"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

lunedì 6 giugno 2016

Cap. 5 "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

5 - La cosa più bella è l’inizio

Il giorno successivo il bambino aspettò il vecchio sul gradino della porta d’ingresso.
Quando la porta si aprì, esattamente alla stessa ora degli altri giorni, il vecchio rimase fermo sulla soglia per qualche minuto, come aveva sempre fatto per un tempo immemorabile. Il profumo del mare assalì le sue narici, portato dal vento, e con esso ricordi di voci squillanti, sussurri caldi nell’orecchio, corse e salti, l'ebbrezza di rotolarsi felici sulla sabbia e l'angoscia dell’odore della pelle di una ragazza che lo stringeva. Come sempre in tutti quei giorni sempre uguali, resistette alla tentazione di lasciarsi piegare dal vento, di aprire quella porta interna alla luce grigia del ricordo, che altrimenti si sarebbe perso per l’eternità in quel mondo ormai spento, vivo di una morta vita, scolorito come la pellicola di un vecchio film a colori.
Dopo aver chiuso quegli occhi interni che avrebbero potuto vedere, cominciò a fare il primo passo, ma si fermò a metà del movimento, perché sentiva con la sensibilità di un cieco che qualcosa era cambiato.
Allora esclamò: “Che cosa fai qui?”
Il bambino trasalì, che non si aspettava di essere scoperto subito e balbettò: “Sono venuto a trovarla... a trovarti...” Poi aggiunse, quasi a giustificazione: “I miei genitori oggi non ci sono... non sapevo cosa fare...”
“Non sei troppo piccolo per darmi del tu?”
“Pensavo fossimo amici ormai.”
“Amici... ma ci siamo visti... solo due volte! E, detto tra noi, la prima volta non è stato il migliore degli incontri, non trovi? Mi vieni a trovare solo quando non hai niente da fare?”
 “No, io, ecco, ho detto una bugia, i miei genitori non sono andati via, stanno solo litigando.”
“Ah...” disse il vecchio, e al bambino parve di vedere l’ombra, ma soltanto quella, di un sorriso. “Allora seguimi e fai attenzione, cerca di non farmi inciampare.”
Detto questo, si incamminò verso il mare con il suo solito passo lento, con la sicurezza di chi aveva fatto quel percorso infinite altre volte. Si fermò quando sentì la sabbia bagnata e l’acqua che gli accarezzava i piedi.
“Vuoi ascoltare una storia d’amore?”
“Sì per favore, fallo, scusi, lo faccia, per favore!”
Il vecchio si voltò e al bambino parve che potesse realmente vederlo quando disse: “Sei sicuro che non ti annoierai?”
“No, no!”
“Non credo che sei abbastanza grande per una storia del genere.”
“Ho dodici anni! Ho visto tante cose!”
Questa volta il vecchio rise veramente, ma fu più un singulto, un singhiozzo, che una risata chiara e semplice.
“Dopo però non sarai più lo stesso. Non hai paura?”
“No, non ho paura....di che cosa dovrei avere paura?”
Il silenzio che seguì fu così lungo che il bambino pensò che si fosse addormentato. Non era vero che i vecchi a volte dormivano in piedi? Che per anni vivevano ai limiti tra il sonno e la veglia? Così si spaventò e si ritrasse indietro quando il vecchio disse: “E così sia. Partirò dalla fine. La fine è poco interessante. La cosa più bella è l’inizio. Il mistero, il perché che non si trova. Le risposte.”
Cominciò a raccontare.



La prima di tutte le donne

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