"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

venerdì 3 giugno 2016

Cap. 1 "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

1 - Il cerchio dei suoi giorni

Nessuno conosceva realmente quel vecchio che esattamente alla stessa ora ogni mattina poco dopo l’alba percorreva lo stesso tragitto su quella spiaggia deserta. Ad un’ora precisa senza mai un’eccezione, la porta di legno della villa quasi sommersa dalle dune in cui abitava si apriva e compariva l’immagine di un uomo con gli occhiali neri, il viso in ombra. Restava lì immobile per qualche minuto prima di fare due o tre passi incerti sul vialetto che conduceva verso la spiaggia, quindi si fermava, dava l'impressione di guardarsi intorno, e poi si incamminava con passo più sicuro verso il mare.
I pescatori del luogo amavano raccontare storie, alcune sicuramente inverosimili, su chi fosse quell’uomo. C’era chi diceva che era ricchissimo, ma che aveva deciso di abbandonare la precedente vita frenetica per passare gli ultimi anni nella pace del sole e del vento. Altri arrivavano a dire che aveva commesso qualche efferato delitto ed ora, dopo aver scontato gran parte della pena, era stato costretto ad abitare in quel luogo di confino per un imprecisato numero di anni. C’era anche chi arrivava a dire che era un pazzo che non riusciva ad interagire correttamente con i suoi simili e, a causa di questo, gli era stato consigliato di vivere in un luogo appartato e tranquillo. Tutti concordavano però sul fatto che un qualche tipo di crimine oppure una specie di carenza ineliminabile della personalità, come ad esempio una completa assenza di umanità, doveva pur esserci, che altrimenti nessuno avrebbe vissuto quella vita fatta di giorni sempre incredibilmente uguali ai precedenti.
Comunque fosse, di queste voci lui non ne era al corrente o non se ne curava, si limitava semplicemente a portare avanti la vita che gli rimaneva, ripetendo senza fine il cerchio dei suoi giorni. 
Quando, dopo i primi faticosi passi sulla sabbia fine, arrivava a lambire con i piedi nudi l’acqua del mare, se ne stava a lungo immobile, il viso rivolto verso il vento, dando l’impressione di aspettare qualcuno che potesse venire dalle lontananze del mare. Ovviamente non arrivava mai nessuno e allora chinava la testa verso il basso, i piedi raggrinziti che cominciavano ad affondare nella sabbia, e poi si girava verso destra per percorrere il consueto chilometro di spiaggia con il suo lento, metodico passo.
Arrivato nelle vicinanze del vecchio faro si fermava, sembrava alzare gli occhi verso la cima, come se si aspettasse che la luce d’un tratto si accendesse. Come ogni giorno, per tutti i giorni che erano passati e probabilmente per tutti quelli sarebbero venuti, il faro non si illuminava. Era stato abbandonato tanto tempo prima. In quel momento forse scuoteva leggermente la testa o, forse, erano quei tremori tipici della vecchiaia. Se ne stava lì per alcuni interminabili minuti, poi tornava indietro ripercorrendo lo stesso tragitto dell’andata.
Così, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la vita si era svolta allo stesso modo, con gli stessi gesti e movimenti. Tutto per lui si era fermato e procedeva sicuro come le lancette di un orologio infallibile. Fuori il mondo bruciava, incapace di limitarsi, preda a volte delle fiamme dolci del tempo lento o del freddo incendio del tempo che fugge, ma quell’isola di pace restava intatta e pura agli assalti della carne.
Ma niente è per sempre. Venne un giorno che il cerchio si ruppe. Fu un atto infinitesimo, un granello di sabbia che si spostò, una farfalla che sbatté le ali in un luogo sconosciuto. Fu l’ingenuità di un bambino.
Il caso volle che due percorsi si intersecassero, per cambiarsi l’un l’altro per sempre. 

La prima di tutte le donne

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