"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

martedì 14 giugno 2016

Cap. 16 "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

16 - Diventavano tutti un po’ ciechi

L’estate ormai stava volgendo al termine. L’acqua era diventata meno limpida e calma, non lasciava intravedere il fondo, era sempre torbida e sporca, su di essa piccole onde si propagavano in tutte le direzioni a causa di un vento irrequieto. Anche il colore del cielo era diverso, meno luminoso, più cupo, come se la distanza dall’orizzonte si fosse contratta e il mondo dalle dimensioni infinite dell’estate si fosse rimpicciolito in una stanza chiusa con le finestre aperte. L’ombra della notte arrivava prima, ma anche durante il giorno la stessa ombra sembrava offuscare appena gli occhi. Con il passare del tempo, tutti stavano perdendo la vista, diventavano tutti un po’ ciechi.
Ormai il vecchio parlava a lungo con il bambino, ma quando quest’ultimo voleva che continuasse la sua storia, sviava il discorso o ammutoliva o diceva che doveva tornare a casa oppure che forse aveva sbagliato a iniziare. Il vecchio inoltre sembrava meno sicuro nei movimenti, sbagliava spesso direzione, perdeva il filo del discorso, sembrava guardarsi intorno, se questo era mai possibile per un cieco.
Finché arrivò il giorno in cui si sentì male. Era cominciato come al solito, il vecchio stava camminando con il bambino accanto verso il faro, quando improvvisamente si fermò, chinò la testa e si adagiò lentamente sulla sabbia, senza una parola. Il bambino non si era accorto di quello che stava succedendo e stava parlando al vuoto quando, d’un tratto, si accorse che non c’era nessuno vicino a lui. Si girò e lo vide lì, disteso, immobile. Corse verso di lui gridando “Che cos’hai? Che cos’hai? Stai male?” ma non ottenne nessuna risposta. Gli mise le mani sulle spalle scuotendolo. Non ci fu alcuna reazione. Si guardò attorno in cerca d’aiuto, prima verso il mare, dove si poteva vedere appena una barca sul ciglio dell’orizzonte, poi verso terra, sperando che suo padre stesse camminando o correndo tra le dune. Ma non c’era nessuno. Tutti erano impegnati nel loro personale percorso od erano fermi da qualche parte a pensare al percorso da fare. In preda al panico cercò assurdamente di trascinarlo verso casa, afferrandolo malamente sotto le ascelle e tirando con tutte le sue forze. Si fermò quasi subito, pensando che forse gli stava facendo male, che non ce l’avrebbe mai fatta. Nonostante fosse angosciato alla sola idea di lasciarlo lì, si mise allora a correre di qua e di là, gridando: “Aiuto! Un uomo sta male! C’è bisogno di di un medico!” 
Nessuno rispose. La spiaggia era completamente deserta. Ritornò accanto al vecchio, si inginocchiò e sussurrò: “Non sei morto, vero?” Gli mise le mani sul petto, cercò di sentire le pulsazioni del cuore, accostò l'orecchio alla bocca per sentire se stava respirando.
“Non puoi morire adesso, devi ancora raccontarmi la storia!”
Alzò gli occhi al cielo, sperando che qualcuno lassù lo sentisse e urlò: “Non farlo morire o, se è morto, fallo rivivere! Non è giusto che muoia adesso! Non è giusto! È vecchio, ma non ha ancora vissuto! È come un bambino, è come me, ha ancora tutto il futuro da vivere...”
Nessuno ovviamente rispose. Il rumore periodico delle onde era l'unico suono che scandiva il passare inesorabile del tempo. Non c'era nulla da fare. Era morto, ne era convinto. Se ne era andato. Ma dove?
Il bambino si guardò intorno alla ricerca del vecchio. Forse era il colore grigio del mare,  il soffio freddo del vento, la polvere bianca della sabbia, la polvere verso cui tutti ritornano.
Ma allora sentì il suono dei gabbiani...


La prima di tutte le donne

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